Da anni si continua a cercare un’alternativa ecologica ai tradizionali materiali per la costruzione dei veicoli. Oggi da Johannesburg arriva una sperimentazione davvero interessante: quella che sfrutta una varietà di banana!
Un nuovo materiale per la vostra auto!
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Johannesburg ha dimostrato come il platano (una varietà di banana) sia una base di partenza interessante da sfruttare: le sue fibre naturali assieme a nanotubi di carbonio e resina epossidica possono trasformarsi in un materiale ibrido nanocomposito polimerico rinforzato, quindi molto più resistente e rigido.
I ricercatori hanno utilizzato una quantità di nanotubi pari all’uno per cento del peso della resina e delle fibre naturali. Inizialmente il materiale si presentava con una tensione del 31% in più rispetto alla sola resina epossidica. Lo stesso valeva per la resistenza alla flessione che risultava maggiore del 34%, per il modulo di trazione che risultava superiore del 52% e per il modulo di flessione, più elevato del 29% rispetto alla sola resina.
Le parole dei ricercatori
“L’ibridazione di piantaggine con nanotubi di carbonio a pareti multiple aumenta la resistenza meccanica e termica del composito – afferma il professor Tien-Chien Jen, il principale ricercatore dello studio e capo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Johannesburg – Questi aumenti rendono il composito ibrido un materiale competitivo e alternativo per alcune parti di automobili”.
“La produzione di parti di automobili da fonti rinnovabili ha diversi vantaggi – aggiunge Patrick Ehi Imoisili, ricercatore presso lo stesso Dipartimento dell’università di Johannesburg – Vi è una tendenza all’uso della fibra naturale nei veicoli. Il motivo è che i compositi di fibre naturali sono rinnovabili, a basso costo e a bassa densità. Hanno un’elevata resistenza specifica e rigidità. I processi di produzione sono relativamente sicuri”.
“L’uso di parti di auto realizzate con questi compositi può ridurre la massa di un veicolo – conclude il ricercatore – Ciò può comportare una migliore efficienza del carburante e maggiore sicurezza. Questi componenti non si arrugginiscono o si corrodono come i metalli. Inoltre, possono essere rigidi, durevoli e facilmente modellabili. Tuttavia, alcuni composti polimerici rinforzati con fibre naturali presentano attualmente svantaggi come assorbimento d’acqua, bassa resistenza all’urto e bassa resistenza al calore. I proprietari di auto possono notare effetti come incrinature, piegature o deformazioni”.
Attualmente, dai vari test effettuati, il materiale sviluppato ha dimostrato una consistente riduzione di questi effetti deleteri, incoraggiando così i progressi.
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