Un progetto di economia circolare applicata agli autobus? Eccolo: in Trentino Alto Adige si fa il pieno con biometano prodotto dai rifiuti umidi organici. Stop a combustibili fossili, meno emissioni, e il ciclo che si chiude.
“Il primo progetto in Italia che anticipa e valorizza le normative europee sull’utilizzo delle fonti rinnovabili per i trasporti.”
L’amministrazione pubblica trentina ha presentato un progetto, BioEnergia Trentino, che attraverso la lavorazione dei rifiuti umidi riesce a produrre digestato (fertilizzante naturale che l’intera Valle dell’Adige usa nei vigneti e nei meleti) e biometano e altri gas (che consentono la produzione di energia elettrica rinnovabile e calore).
Due terzi dei rifiuti trentini (cioè 34.000 tonnellate all’anno!) sono trattati grazie a questo ciclo chiuso: significa che vengono prodotti circa 8.500.000 kWh elettrici. L’obiettivo è arrivare a recuperare il 100% dei rifiuti trattati.
Da 42 autobus alimentati a metano si passerà a 64 alimentati a biometano.
Il biogas viene prodotto nell’impianto di Cadino e viene immesso nella rete gestita da Snam. Il metano biologico arriva fino all’autorimessa di Trentino Trasporti a Gardolo (a solo 10 km da Cadino). Le emissioni di anidride carbonica e di particolato sono abbattute.
Il Consorzio Italiano Compostatori rivela: “Se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati, oltre a 2 Mton/anno di fertilizzante organico si potrebbe generare un quantitativo di biometano pari a circa 300.000.000 kg/anno, più che sufficienti ad alimentare le flotte di mezzi destinati alla raccolta di tutti i rifiuti solidi urbani prodotti.”
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