Donne e motori, un binomio che ha fatto spesso storcere il naso soprattutto se la donna in questione si trova al volante.
Ma la storia è dalla parte del gentil sesso e ci insegna, ancora una volta, quanto in realtà dobbiamo molto alle invenzioni, al coraggio e alla fuori classe di queste eroine vincenti, ancora troppo sconosciute.
Dal 1888 fino ad oggi, tante donne hanno saputo credere in loro stesse, portando avanti progetti importanti e concentrandosi sulle proprie passioni, come la tedesca Bertha Benz che compì il primo vero lungo viaggio in auto dimostrando che il mezzo di trasporto a quattro ruote ideato dal marito fosse adatto a compiere grandi distanze: furono 106 i km percorsi.
Dopo quell’anno fu un susseguirsi di invenzioni: dal riscaldamento, grazie a Margaret Wilcox, ai tergicristalli di Mary Anderson.
La stella del cinema Florence Lawrence ideò invece i primi segnali di stop e le frecce, mentre Dorothy Levitt nel suo libro con consigli di guida per signore, diede i primi cenni dello specchietto retrovisore consigliando appunto di usare il proprio specchietto per il trucco per controllare più velocemente ciò che accadeva dietro al veicolo.
L’automobile è diventato un vero e proprio simbolo di libertà femminile e di emancipazione: Clarenore Stinnes fece il giro del mondo a bordo della sua Adler standard, impiegando due anni e percorrendo quasi 47mila km; e ancora, Virginia Woolf, Tamara de Lempicka, Campbell von Laurentz, sono solo alcuni dei nomi importanti del panorama femminile che hanno contribuito all’innovazione dell’industria automobilistica.
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